La roverella di Gonfienti.
Anche nella Piana Firenze-Prato-Pistoia, densamente urbanizzata e senza boschi, esistono alberi monumentali molto interessanti.
Uno dei più imponenti è la roverella (Quercus pubescens) di Gonfienti.
E’ posta nei pressi del nucleo storico del piccolissimo borgo, vicino alla chiesa e in corrispondenza di una svolta di via di Gonfienti che segue l’ansa del Bisenzio; un punto su cui un tempo convergevano altre viabilità ora scomparse e un guado che attraversava il fiume verso Mezzana. L’edificio più prossimo, un tempo era il mulino “Fedino”, con la sua gora.
La posizione del grande albero su di un argine esterno del Bisenzio, fuori dalle ampie e aperte vedute che ci si aspetta sempre dalla pianura, esalta la sua imponenza, negli spazi ristretti di una stradina di altri tempi.
Sembra in ottima salute, abbarbicata al ciglione dell’argine che esclude lo sguardo verso ciò che un tempo era campagna.
Eppure nella sua storia recente ha dovuto superare ben due momenti difficili come ha scritto Valido Capodarca, il maggior esperto di alberi monumentali d’Italia se non del mondo.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, fu utilizzata dai tedeschi per posizionare una postazione di osservazione tra i rami e una mitragliatrice alla base del tronco. All’arrivo degli alleati ci fu un intenso scambio di colpi a fuoco che danneggiarono la pianta che tuttavia si riprese.
Negli anni ’80 la quercia subì un periodo di profonda crisi che minacciava la sua esistenza, anche a causa dell’attacco di cerambici, le cui larve avevano attaccato ampie parti della pianta. L’intervento della Sovrintendenza che tagliò le parti morte ed elimino le larve dell’insetto, risanò la pianta e la riportò in salute, come è oggi con i suoi 5,20 metri di circonferenza del tronco. La chioma è abbastanza estesa, anche dopo il taglio di una delle branche principali, resa probabilmente necessaria perchè incombente sulla piccola stradina.
