Cosa diceva Astengo sull’aeroporto

Giovanni Astengo (1915- 1990) è ritenuto il più influente urbanista della seconda metà del Novecento, in Italia e non solo; attivo nel dibattito, dagli anni della ricostruzione fino alle trasformazioni urbane dell’epoca della deindustrializzazione.
Il suo ultimo lavoro fu la direzione del gruppo di lavoro per la redazione dello Schema strutturale per l’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia.

il piano strutturale del gruppo Astengo
Lo Schema strutturale del 1990 con la previsione del Parco della Piana

Nella relazione a tale piano, pubblicata nel 1990, Astengo ebbe modo di esprimere un ampio parere sull’ipotesi che già allora circolava, di ampliare l’aeroporto di Firenze con una pista parallela all’autostrada.
Sono passati 30 anni.
Il brano sotto riportato è abbastanza lungo ma chi lo legge potrà capire che le questioni attuali erano già sul tavolo e che Astengo e il suo gruppo le affrontarono quasi tutte.

Il nodo aeroportuale

” Sull’ipotesi della seconda pista di Peretola gravano una serie di dubbi,….una pista nella Piana di Sesto F.no comporta una serie di gravi inconvenienti, oltre a rappresentare una stridente conflittualità con le previsioni degli strumenti urbanistici comunali dell’area. In questa zona sono previsti, ed alcuni in via di realizzazione, i seguenti insediamenti e le seguenti destinazioni d’uso:

  • il Polo universitario di Sesto Fiorentino;
  • la destinazione complessiva della Piana (dal Piano intercomunale fiorentino ai Piani regolatori comunali di Firenze e di Sesto F.no) a parco metropolitano. Essa è difatti la porzione di territorio metropolitano più pregiata ed adatta alla costruzione di una grande parco attrezzato che assolverebbe al compito di ricomposizione delle diverse sfrangiature insediative della Piana;
  • una concentrazione di edificato terziario, anche dopo il ripensamento del Comune di Firenze sulle proposte di investimento immobiliare della Fondiaria, che ridurrà notevolmente il corridoio aeroportuale.”

“A questi aspetti si possono, ancora, aggiungere:

  • una profonda alterazione del territorio della Piana di Sesto F.no, che si frammenterebbe in piccoli pezzetti di difficile ricomposizione;
  • la forte penalizzazione dello stesso aeroporto di Peretola sia nell’ipotesi del potenziamento dell’attuale struttura, che nell’ipotesi della seconda pista parallela all’autostrada, perché entrambe saranno costrette ad operare in modo unidirezionale compromettendo ogni ipotesi di ulteriore sviluppo futuro;
  • il non eliminabile inquinamento acustico ed atmosferico di tutto il settore nord-ovest;
  • l’eccessivo peso di funzioni metropolitane localizzate in un solo quadrilatero creerebbe un nuovo ‘caos’ territoriale tale da fare emergere nuovi squilibri per tutta l’area metropolitana.”

… “Aspetti, in fin dei conti, tutti pesantemente negativi. In definitiva, per ottenere una pista un po’ più lunga dell’attuale, non solo si distruggerebbe un intero quadrilatero ancora libero, ma soprattutto, si vanificherebbe un grande progetto di unificazione territoriale: il parco metropolitano.
Dunque la scelta è solo apparentemente tecnica, perché il sistema delle compatibilità economiche unite alle opportunità di sviluppo dell’area spostano radicalmente l’indice della decisione verso altre direzioni. In fin dei conti non resta altro che esaminare la possibilità di accettare uno scalo aeroportuale, con tutte le compromissioni territoriali che ne seguono, oppure tentare di esplorare la strada innovativa di recuperare alla collettività un’area strategica come quella della Piana di Sesto F.no facendola diventare il fulcro centrale della ricomposizione del tessuto edilizio di Firenze, Sesto, Calenzano Campi Bisenzio.”

Il progetto di Parco della Piana (contenuto nel piano Strutturale del 1990) nell’ipotesi della dismissione dell’aeroporto

Sono parole che non necessitano di commenti. Mi sembra che nonostante il trentennio trascorso nulla sia cambiato nelle criticità, salvo che avendo allora rinunciato a ogni ipotesi di pista verso la Piana, si sono moltiplicate le infrastrutture e gli elementi urbani di ostacolo alla realizzazione di un’opera antistorica.

P.S.
Per completezza occorre dire che lo Schema strutturale approvato nel 1990 riconosceva la necessità di un aeroporto di 3° livello a Firenze e insisteva ancora sulla soluzione dell’aeroporto a San Giorgio a Colonica: ipotesi già superata sul piano politico fin dal 1978 per l’opposizione di Prato.

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